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Anbi: è la sete delle falde ad abbassare i livelli dei laghi

ROMA – “Se per alcune zone d’Italia si parla di rischio desertificazione,  ce ne sono altre, in cui la ricarica della falda acquifera sta diventando un’emergenza, di cui è conseguenza  l’impoverimento dei corpi idrici superficiali come sta avvenendo, ad esempio, nel Lazio per i laghi di Albano, a Castelgandolfo, e Bracciano, la cui risorsa contribuisce sempre più a rimpinguare una falda fluttuante”: a segnalarlo è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) attraverso le parole del Direttore Generale, Massimo Gargano. 

“In questo momento in Italia – prosegue il DG di ANBIc’è un’eccessiva pressione sulle risorse idriche. Perciò è necessario ridurre i prelievi, abbandonando la “cultura del pozzo”  in favore dell’irrigazione collettiva,  che garantisce innovazione tecnologica,  sostenibilità e qualità alla risorsa. Se quelle irrigue sono considerate infrastrutture strategiche per il Paese, ribadiamo la necessità di una Piano di efficientamento ed incremento della rete idraulica anche attraverso la realizzazione di nuovi invasi. La nostra proposta compatibile con il cronoprogramma comunitario previsto dal Recovery Plan – conclude Gargano – prevede 858 progetti definitivi ed esecutivi, cioè cantierabili, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro con un investimento di oltre 4 miliardi e mezzo di euro.  Nel momento della scelta delle priorità non si può dimenticare la necessità di garantire adeguate disponibilità d’acqua, pena l’alterazione dell’ecosistema, dell’economia, dell’occupazione, della bellezza dei nostri paesaggi.”

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