
Con “Ognuno per le sue” Alice Blasi regala al pubblico un brano intenso e introspettivo che fotografa la fragilità di un legame ormai logorato. La canzone parla di parole che non si incontrano, di sguardi che si sfiorano senza riconoscersi, di vite che scorrono parallele senza mai unirsi davvero. Un racconto universale che tocca chiunque abbia vissuto la fine di un amore: il dolore del distacco, ma anche la necessità di scegliere la propria strada per non smarrire la propria voce.
Il brano racconta di parole che non si incrociano e silenzi che si allungano: da dove nasce questa immagine così poetica e dolorosa insieme?
Questa immagine nasce dalla necessità di lasciare andare, due mondi ormai troppo distanti che non riescono più ad emergere, due modi di sentire ormai troppo diversi per crescere insieme.
Lasciare andare con amore, allontanarsi con rispetto.
Ti senti più vicina alla scrittura istintiva, che cattura l’attimo, o a quella meditata, che rielabora a distanza di tempo?
Per me scrivere é molto istintivo.
Mi piace pensare ad ogni canzone come un cassetto in cui sono racchiusi frammenti di vita e sfumature di emozioni che si risvegliano e riprendono vita in ogni nota.
La distanza emotiva che descrivi è definitiva o credi che a volte, nella vita reale, ci sia spazio per ritrovarsi?
Ritengo che un distacco possa essere un atto di amore e rispetto verso sé stessi e verso chi é al nostro fianco e in quanto tale é importante rispettarlo e viverlo fino in fondo.
Ma credo anche a volte con il passare del tempo, sia importante riscoprirsi.
Quanto ti ha aiutata la musica a comprendere e accettare i tuoi stessi silenzi?
La musica per me é stata fondamentale per comprendere i miei pensieri e abbracciare ogni emozione.
Mi ha aiutata a trovare un posto per ogni silenzio, mostrandomene la forza e la fondamentale importanza.

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