Intervista a Sàles, il cantautore salentino che canta per strada

Sàles ha 21 anni e vive nel caldo Salento. Canta e suona per strada rendendo più dolci le giornate dei passanti che in cambio gli regalano tante storie ed emozioni. Da pochi giorni è disponibile  “Scapperò”, il suo nuovo singolo prodotto da Albicocca Studio e distribuito da ADA Music Italy su etichetta BeatSound.

Quando hai capito che avresti voluto fare il cantante e che questa sarebbe stata la tua strada? C’è un momento particolare che ricordi?
A 5 anni chiesi a Babbo Natale una chitarra. Mi è stato raccontato che ero sulle spalle di mio padre quando, quasi dormiente, chiesi una chitarra e mio padre (da buon amico stretto di Babbo Natale) la fece arrivare a casa. Così, quello strumento che strimpellavo a 5 anni, ora è un po’ cresciuto. A 15 anni scrissi il mio primo testo. Ero fuori il portone di casa, avevo dimenticato le chiavi. Pioveva con il sole. Non c’era occasione migliore. Da quel momento in poi ho continuato a scrivere, sempre, ovunque, sopra ogni cosa (anche su un mio vecchio pantalone bianco e sulla porta del bagno della mia scuola; è sbagliato, lo so). Credo che non ci sia cosa più bella nell’esprimere ciò che si prova e ciò che si pensa attraverso un testo e una melodia, rende tutto più facile, più diretto; è quello che cerca di fare ogni artista no? Entrare nella testa e nel cuore delle persone; dirlo può sembrare una cosa banale, ma in realtà, riflettendoci, è come una dichiarazione d’amore.

È da poco uscito “Scapperò”, il tuo nuovo singolo. Come ti piace raccontarlo?
Il brano è stato arrangiato e prodotto da AlbicoccaStudio. Esce per l’etichetta BeatSound ed è distrubuito da Ada Music Italy. “Scapperò” nasce perché a volte la musica ti fa conoscere le persone giuste, al momento giusto. Quando ho conosciuto Greta Portacci, una delle autrici del mio nuovo singolo, ho capito subito che avremmo lavorato insieme. Greta è un’artista e un’autrice di livello, con una sensibilità incredibile. Niccolò Verrienti, autore anche lui del brano insieme a Giulia Capone, ha lavorato con professionalità e caparbietà a questo progetto, come in tutti i suoi lavori. Un professionista esemplare, il mondo della musica ha bisogno di persone come lui! Niccolò Verrienti, Greta Portacci e Giulia Capone, non solo mi hanno fatto crescere da un punto di vista musicale, ma con loro è nata un’amicizia che mi ha fatto crescere sotto tanti punti di vista. Non smetterò mai di ringraziarli.“Scapperò” ha uno stile fresco, moderno, con un testo che all’interno nasconde un lato più nostalgico. Un brano che è un po’ indie, un po’ pop, un po’ rock, mi permetto di dire…un po’ “Sàles”!

In termini di esperienza e formazione c’è qualcuno a cui devi dire grazie?
Assolutamente sì. Oltre a Niccolò, Greta e Giulia che ho citato prima e i miei genitori, appoggio fondamentale per la mia crescita musicale e non solo, devo ringraziare il mio primo maestro di chitarra, Nino. Mi ha insegnato ad amare la musica fin da bambino, mi ha fatto capire che l’arte può farti vivere momenti fantastici, ti può portare fuori dai momenti tristi facendoti rinascere. Rocco, il mio ultimo maestro di chitarra. Un professionista. Mi ha trasmesso tutto il suo amore musicale, mi ha fatto conoscere la chitarra che è come una figlia, è come una pietra preziosa. L’ho conosciuto in un momento particolare della mia adolescenza, dove la musica non riusciva più a colmare quei momenti tristi tipici dell’adolescenza. Lui mi ha accolto come un padre e mi ha dato nuovi stimoli. Non smetterò mai di ringraziare Nino e Rocco, non li dimenticherò mai.

Da artista indipendente quale sei, quanto pensi sia difficile farsi notare ed entrare, quindi, nel mercato discografico?
Non metto in dubbio di trovarmi all’interno di un mondo difficile, dove bisogna far attenzione ad ogni minimo dettaglio. Però è un mondo che mi stimola, è un obiettivo. I social hanno aspetti positivi e negativi; se sfruttati bene, per un artista emergente possono essere cruciali per diffondere quanto più possibile la propria musica per poi farsi notare dagli addetti ai lavori. Crederci sempre, mai mollare e migliorarsi sempre cercando di sviluppare prodotti di qualità. Essere credibili e mostrare la TUA arte, la TUA personalità, il TUO modo di cantare, scrivere ed emozionare. Sono ancora convinto che il lavoro paghi sempre. Quindi sì, entrare nel mercato discografico è complicato, ma gli artisti emergenti non devono abbattersi e non devono mai perdere di vista ciò che sono, qual è la propria natura. Solo così si può avere una possibilità, a testa alta.

Suoni per strada, cosa proponi al tuo pubblico e principalmente dove ti possiamo trovare?
La strada (quella buona) a 21 anni ti fortifica. Dove spesso si trova l’indifferenza della frenesia della vita moderna, in realtà io, la mia chitarra, la mia cassa e il mio microfono ci siamo trovati subito benissimo. Di solito quando canto indosso un cappellino ed è un segno di riconoscimento per le persone che passeggiano con più frequenza. “Quel ragazzo ha un cappellino beige? Ok è Sàles”. Già qualcuno lo dice e vorrei che un giorno sempre più persone lo dicessero. Questo cappellino beige ha una visiera che cade sugli occhi, come se non volessi vedere nessuno. Ma in realtà vedo tutto e tutti. Chi passa e si ferma ad ascoltare, chi passa e senza fermarsi ti sorride, chi passa e non si volta a guardarti, magari va di fretta mi dico. Puoi notare qualsiasi cosa e puoi migliorare ogni giorno di più, perché impari ad ascoltare la tua voce, a sentirla dentro e a buttarla fuori. E poi non c’è soddisfazione più grande a vedere le persone che bloccano la loro routine per tre minuti per ascoltarti; un ragazzo, da solo, in una piazza enorme. O gli anziani (i migliori) ti sorridono, aspettano che la canzone finisca e poi vengono a farti i complimenti e a raccontarti la loro gioventù o che la sera mangeranno un po’ di verdura. Tutto ciò mi spinge a continuare; il contatto con l’altro è fondamentale per questo settore. Propongo qualsiasi cosa, da Lucio Dalla a Brunori, da De André a Gazzelle. Mi piace variare e suonare in luoghi diversi, Roma, Milano, Alberobello e, ovviamente, la mia Lecce. Ho iniziato qui, a Lecce, ed è qui che mi potete trovare più volte.

Cosa c’è nel tuo futuro?
Vorrei che la mia musica arrivasse a quante più persone possibili, conoscerle, capire come si sentono mentre ascoltano la mia musica, sorridere con loro, piangere insieme a loro. Non voglio mettermi paletti, non ci sono limiti alla musica. Chiaramente sono molto legato al genere Indie-Pop, ma un po’ di rock e un po’ di punk circolano nelle vene del mio corpo.  Non farò passare troppo tempo per l’uscita del nuovo singolo perché sono convinto che la musica sia condivisione e quindi perché bisogna tenerla chiusa in un quaderno? Ora godiamoci “Scapperò” e poi, chi lo sa, forse qualcosa di nuovo già “bolle in pentola”.

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