
La musica, quando è vera, non si misura in classifiche. Si misura in fedeltà. In chilometri macinati, in palchi sudati, in mani alzate e silenzi condivisi. È su questo asse invisibile – fatto di coerenza, ricerca e legame – che si muove “15 Anni del Nostro Tempo”, l’ultimo album de La Scelta, band romana che da oltre un decennio costruisce la propria traiettoria ai margini del mainstream, ma sempre al centro di una proposta sonora personale, riconoscibile e umana.
Il disco è un’antologia, sì, ma viva. Non un’autocelebrazione imbalsamata, bensì un atto d’amore verso ciò che è stato e verso chi ha camminato accanto. Quindici tracce che non si limitano a riproporre brani noti: li rivisitano, li rimettono in circolo, li fanno respirare di nuovo. A partire da “Il nostro tempo” – nella nuova versione del 2024 – che torna come manifesto generazionale, e non solo per chi ricorda la storica partecipazione a Sanremo Giovani 2008. È un brano che ha acquisito peso e profondità col tempo, diventando una lente attraverso cui leggere la loro musica: sincera, contaminata, consapevole.
Insieme alla voce sempre intensa di Mattia Del Forno e agli arrangiamenti cesellati della band (Francesco Caprara, Emiliano Mangia, Andrea Di Cesare), troviamo brani-simbolo come “La grande danza”, “Ho guardato il cielo” (con Mirko Frezza) e “L’Ottava Meraviglia”, riletta in chiave intimista. Ci sono poi episodi più recenti – “Carnevale”, “Agosto a casa”, “Ritmo del mondo” – che restituiscono la versatilità della band, capace di passare dal cantautorato riflessivo a pulsazioni più ritmate senza perdere identità.
Spiccano due elementi:
la cura dei suoni (raffinati ma mai autoreferenziali, con l’eleganza del violino elettrico di Di Cesare a fare da filigrana emotiva) e la forza narrativa dei testi, che trattano temi complessi – diversità, appartenenza, tempo, perdita – con una sobrietà rara nel panorama italiano.
Chiude la tracklist “Paracadute”, inedito che rappresenta un atterraggio dolce e malinconico, una coda che lascia aperta la porta al futuro.

La Scelta ft. Mario Ermito
Nuestro Tiempo (feat. Mario Ermito): una canzone che cambia pelle, non messaggio
Se l’album è la memoria, Nuestro Tiempo, il nuovo singolo de La Scelta, è il presente che guarda avanti.
È la versione italo-spagnola del brano che ha segnato l’esordio sanremese della band, ma più che una traduzione è una reinvenzione. Le due lingue convivono come facce diverse della stessa emozione, fondendosi in un mosaico identitario che è insieme radice e respiro globale.
Il featuring con Mario Ermito, attore e cantante, sorprende per naturalezza. Le voci di Mattia e Mario si intrecciano con fluidità, dando corpo a una narrazione che parla di confini e umanità, senza retorica. Il verso “La mia casa è un altopiano al centro di Milano / E mi sento umano” è il cuore pulsante del brano: una dichiarazione di appartenenza che supera ogni etichetta geografica o culturale.
Musicalmente, Nuestro Tiempo è più stratificato rispetto all’originale: un ponte sonoro tra continenti e generazioni, in cui la world music si insinua delicatamente tra le pieghe del pop d’autore. Non cerca l’effetto, ma l’impatto. Non urla, ma resta.

La Scelta – 15 Anni del nostro Tempo
Con 15 Anni del Nostro Tempo e Nuestro Tiempo, La Scelta si conferma una band di sostanza, che ha preferito costruire lentamente piuttosto che bruciare tappe. La loro musica è fatta di fibra vera ma anche di idee che guardano avanti. In un’epoca di plastica sonora e slogan usa-e-getta, è un atto rivoluzionario.
Non è un ritorno. È un passo nuovo su una strada coerente. Ed è proprio per questo che colpisce.
Commenta per primo