Vo’ on the Folks, l’ultima serata con il progetto Khayal di Amine Mraihi

Con il concerto del quartetto Khayal si conclude la XXVII edizione del festival Vo’ on the Folks. Sabato 25 marzo arriva alla Sala della Comunità di Brendola (Vicenza), l’ensemble che include l’intensa voce della cantante svizzera Raphaëlle Brochet, il violino dell’indiano Baiju Bhatt, le percussioni dell’iraniano Shayan Fathi e l’oud del tunisino Amine Mraihi. Dopo i concerti degli scandinavi Symbio, delle italo-albanesi Hana, del trio di Enkhjargal Dandarvaanchig dalla Mongolia e il folk irlandese dei Willos, il viaggio musicale del festival diretto da Paolo Sgevano giunge all’atto conclusivo. Nella quarta e ultima serata dell’edizione 2023, va in scena il gruppo con base in Svizzera che fonde musica indonesiana, la cultura indiana e quella persiana.

Khayal che in arabo significa “immaginazione”, è una delle principali forme di musica classica indonesiana, una tradizioni millenaria in cui l’espressività non ha limiti. Un progetto multietnico dove s’incontrano diversi mondi che creano un linguaggio universale: ai confini della Tunisia, dell’India meridionale, della Spagna, della world music e del jazz. Questa formazione accoglie quattro diverse sensibilità artistiche e umane, capaci di fondersi in un unico copro musicale. Amine Mraihi è considerato la voce contemporanea e il volto della musica araba e un simbolo universale di intercultura. Ha suonato nei più importanti teatri arabi, dal Medina Theatre di Beirut all’Opera House del Cairo, oltre che al Kennedy Center a Washington o al festival di Montreux e al Cully Jazz Festival. Il viaggio senza fine di Raphaelle Brochet nel mondo delle arti dello spettacolo l’ha portata a diventare un’artista poliedrica. Dopo il debutto a 17 anni con Floris Nico-Bunink e gli studi jazz nei conservatori francesi, ha trascorso un anno a Montreal e un altro a New York, prima di trasferirsi nel sud dell’India per più di 20 anni. Qui studia canto carnatico, conseguendo un Master in Etnomusicologia presso una delle università più quotate del mondo, specializzata nella musica dell’India meridionale. Baiju Bhatt, invece, ha scoperto il violino all’età di sei anni e ha completato gli studi di musica classica al Conservatorio di Losanna fino all’età di 20 anni. Appassionato di vari orizzonti musicali, si specializza in jazz e world music. Ha girato il mondo con il suo progetto originale “Red Sun” e nella band dei fratelli tunisini Amine & Hamza. Shayan Fathi, nato a Teheran, ha iniziato a suonare la batteria/percussioni all’età di 10 anni in Austria, dove è presto diventato una figura importante nella scena musicale. Principalmente influenzato dalla musica latino-americana, Fathi ha vinto diversi premi e vanta più di 50 registrazioni discografiche.

Organizzato dalla Sala della Comunità di Vo’ di Brendola e Frame Evolution, con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Brendola e della Banca delle Terre Venete, il “Vo’ on the Folks” rappresenta uno spazio privilegiato per la riscoperta e la tutela di preziose tradizioni da conservare e tramandare, rilette in chiave contemporanea. Come testimoniano gli ospiti che si sono esibiti in questi anni: Hevia, Enzo Avitabile, Kocani Orkestar, Joana Amendoeira, Antonella Ruggiero, Jim Hurst, Riccardo Tesi & Banditaliana, Tannahill Weavers, Djamel Laroussi, Mercedes Peon, Mairtin O’Connor, John McSherry, Pierre Bensusan, Hamid Ajbar, solo per citarne alcuni.

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