Salute: aprire la strada alla diagnostica per immagini nel cloud

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ROMA – La maggior parte delle applicazioni di diagnostica per immagini oggi disponibili sono state realizzate pensando a una distribuzione on-premise. Questo perché i fornitori di servizi sanitari le hanno tradizionalmente distribuite all’interno dei propri data center.

Ora che il cloud sta guadagnando terreno anche in questo settore, molti fornitori di software di imaging (ISV) legati maggiormente a un’offerta tradizionale sono stati costretti a svilupparne una nuova, aggiornata a questa tecnologia. Ma spesso è difficile, per loro, riorganizzare il proprio software per una implementazione ottimale nel cloud.

Di conseguenza, gli ISV si sono concentrati sulla fornitura di prodotti compatibili con il cloud, andando così a creare una via di mezzo tra la distribuzione on-premise e quella nel cloud. Più precisamente, le applicazioni progettate per l’uso on-premise vengono adattate per gli ambienti cloud. Si tratta di un approccio vantaggioso, perché offre una transizione al cloud sufficientemente rapida e vanta diversi vantaggi in termini di sicurezza. Tuttavia, in alcune situazioni, può risultare ancora insufficiente.

Al contrario, il software informatico di diagnostica basato nativamente nel cloud richiede più ricerca e sviluppo tecnico, ma sfrutta le vere potenzialità di questa tecnologia. I vantaggi includono scalabilità, flessibilità, archiviazione ottimizzata, accessibilità, dati connessi e livelli di prestazioni coerenti tra i carichi di lavoro, indipendentemente dall’ambiente. La buona notizia è che la maggior parte degli ISV sul mercato è già in fase di transizione verso questo approccio cloud-nativo.

Il passaggio al cloud inizia ora

I servizi sanitari sono tenuti a conservare molteplici copie dei loro dati, per una questione di rispetto delle normative, quindi ha senso iniziare a spostare i carichi di lavoro di emergenza e di backup nel cloud. Si tratta di una delle situazioni più semplici da attuare, perché, frequentemente, non è necessario accedervi continuamente, il che significa che le organizzazioni sanitarie possono ridurre l’ingombro nei propri data center e prendere confidenza con l’ambiente cloud.

Ciò consente anche di avere una copia dei dati dislocata in un altro spazio rispetto a quella primaria. Inoltre, la versione secondaria nel cloud può essere isolata, in modo da impedire la manomissione dei dati e permettere la protezione da ransomware.

Con lo spostamento dei carichi di lavoro verso il cloud, i fornitori di servizi Internet devono adeguarsi rapidamente per supportare pienamente l’ingresso della diagnostica per immagini in questa tecnologia. I provider devono fare in modo che i servizi sanitari possano fare un ulteriore passo nel loro viaggio nel cloud, che comporta un impegno anche maggiore, se ci si approccia a un sistema ibrido.

Questa tappa prevede che le organizzazioni continuino a ospitare le applicazioni primarie di diagnostica in sede e che passino a un ambiente secondario di backup nel cloud. Una volta che le copie delle immagini mediche e dell’applicazione si trovano nel cloud, gli operatori sanitari possono prevenire le interruzioni dei servizi dell’ambiente primario.

Un passo da gigante per il cloudkind

Man mano che le organizzazioni familiarizzano con le opzioni che il cloud offre, possono ridurre ulteriormente la loro presenza on-premise. Il successivo step consiste nel trasferire l’ambiente primario e le applicazioni più importanti nel cloud, consentendo così alle organizzazioni di sfruttarne appieno i vantaggi ed eliminando la necessità di mantenere i componenti hardware e le versioni software delle applicazioni necessarie alla diagnostica. In questo modo, gli amministratori del PACS e il personale IT sono liberi di concentrarsi su attività più significative per migliorare l’esperienza di cura dei pazienti.

L’ambiente secondario on-premise serve come piattaforma per i test di failover. Ad esempio, il reparto IT può far eseguire questi ambienti ai medici, in modo che possano individuare le lacune in termini di prestazioni e latenza, prima di riportare rapidamente tutti all’ambiente primario.

Creare un clima di fiducia durante queste fasi iniziali è essenziale, perché quando gli operatori sanitari raggiungeranno questo punto cruciale, la diagnostica medicale nel cloud sarà già un concetto acquisito e non si penserà più a una presenza on-premise. Questo modello consente di accedere alle più recenti tecnologie di diagnostica con un investimento minimo, permettendo di fornire ai pazienti le migliori diagnosi possibili a costi significativamente inferiori.

Che ruolo ha NetApp in tutto questo?

L’esperienza che NetApp ha accumulato negli anni in queste tecnologie facilita enormemente la transizione al cloud. In qualità di unico ambiente di storage realmente abilitato per il cloud ibrido, NetApp offre soluzioni integrate in modo nativo per i principali cloud provider (Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud) per soddisfare le esigenze di prestazioni, protezione dei dati ed efficienza.

Indipendentemente dalla frequenza con cui cambiano le strategie o dal punto in cui un provider si trova nel suo percorso di digitalizzazione, le soluzioni che NetApp offre presentano un ambiente cloud flessibile e sicuro. Questo include la libertà dell’infrastruttura, un piano di controllo unificato, la flessibilità dei consumi e una solida strategia di gestione dei dati nell’intero footprint.

Andando più nel dettaglio, questi sono alcuni dei vantaggi dell’utilizzo del cloud con i servizi di NetApp:

Un’esperienza coerente. NetApp offre compatibilità e intercambialità complete tra i sistemi on premise e tutti i principali cloud pubblici. Ciò significa un’esperienza integrata in tutte le sedi.
Connettere i dati senza soluzione di continuità. È possibile progettare un data fabric che permetta ai dati di fluire senza problemi. Ciò significa che sono sempre presenti, disponibili e facilmente utilizzabili, in modo che le organizzazioni possano farne un uso completo ed efficace.
Visibilità end-to-end. È disponibile una visibilità full-stack per una maggiore comprensione dell’infrastruttura inutilizzata e dei carichi di lavoro in overprovisioning, per contribuire a ridurre i costi, garantire la disponibilità e proteggere i dati.
Rilevare e prevenire le minacce. Viene utilizzata la tecnologia AI per fornire la classificazione automatica dei dati, il rilevamento delle anomalie e una migliore governance dei dati nell’intero patrimonio di dati.
Beneficiare di una disponibilità costante. Sono comprese funzionalità di backup e ripristino semplici, efficienti e sicure per la protezione e l’archiviazione a lungo termine dei dati per la continuità aziendale e la riduzione al minimo della perdita di essi.

È un dato di fatto, la diagnostica medicale ha il suo futuro nel cloud.

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