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Quando la politica si trasforma in barzelletta: il dibattito tragicomico di ieri in Senato

ROMA – La giornata politica di ieri con la seduta in aula del  Senato per discutere della crisi aperta dalle dimissioni delle ministre di Italia Viva (imposto da Renzi, ndr), forse è stata tra le più emblematiche e squallide della storia repubblicana. In realtà di politica se ne è vista proprio poca. L’unica scena degna di un Senato e dei suoi membri è stato l’ingresso accolto con la standing ovation della senatrice a vita Liliana Segre. Poi per il resto si è rivelata una pantomimica tragicomica resa ancora più assurda da una diretta no stop che ha trasformato un servizio pubblico in uno dei capitoli peggiori della cosiddetta “tv trash”. Neanche Barbara d’Urso avrebbe saputo far meglio. Ascoltando il dibattito e la stragrande maggioranza degli interventi sembrava proprio di trovarsi in una delle trasmissioni che attualmente vanno in onda su Canale 5. Il peggio tra «Non è la d’Urso», il «Grande Fratello» e «Uomini e Donne». E di trash reality si è infatti trattato. Non che il giorno precedente alla Camera dei Deputati fosse andata diversamente, con Giorgia Meloni in gran spolvero che ha dato il meglio di sè, e che dovrebbe seriamente far preoccupare Tina Cipollaro per la permanenza proprio posto di opinionista nella trasmissione pomeridiana di Maria De Filippi. Ma mentre la Cipollaro è pagata per svolgere un ruolo da “carciofara” televisiva, la leader di FdI che tra l’altro sale giorno dopo giorno nel gradimento dei telespettatori di reality, si dovrebbe ogni tanto ricordare che il ruolo che riveste di leader della destra italiana  è stato quello, tanto per citare un grande politico di destra,  di un tal Giorgio Almirante, il cui nome a ragion veduta è accostato a statisti italiani come Berlinguer, Craxi e Aldo Moro. Ma da destra a sinistra, passando per il centro, nessuno o pochi sono esenti dall’aver offerto uno spettacolo indecente tra lunedì e martedì nei due rami del Parlamento. Tornando alla seduta di ieri in Senato ed in particolare al dibattito, chi lo ha seguito con una certa attenzione, magari provvisto di medicinali per prevenire la nausea, non ha potuto non fare una seria riflessione: ma questa è la gente che abbiamo eletto per rappresentare il popolo italiano? Quelli che gridano in coro irrispettosi di ciò che rappresenta quell’aula, quelli che si lanciano accuse e spesso invettive al limite della decenza, quelli che gridano contro chi sta intevenendo, quelli che fischiano come se stessero in uno stadio, quelli che non conoscono le parole onore e rispetto. Se c’è un modo per aumentare l’astensione al voto, sarebbe sufficiente mandare in diretta ogni giorno sui principali canali televisivi almeno una ventina di minuti di seduta di questo o quel ramo del nostro Parlamento. Per non parlare poi del cattivo esempio dato ieri ad un popolo costretto per un anno alla limitazione della propria libertà, creando in aula ripetuti assembramenti, con mascherine che volavano, baci e abbracci tra senatori. L’unica che sembra essersene resa conto è la presidente del Senarto Casellati. Ma i suoi ripetuti richiami sono rimasti lettera morta. Insomma la politica ormai non è più sostanza, ma neanche forma. E’ tutta uno scadente reality. La crisi del Governo ieri è parzialmente rientrata, ma la crisi della politica italiana che dura da almeno 30 anni è ormai giunta ad un punto senza ritorno.

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