Malakiia: intervista per il disco d’esordio “Komorebi”

“Komorebi” è il disco d’esordio di Malakiia composto da 6 brani caratterizzati dallo stile R&B. Il termine “Komorebi” deriva dal giapponese e significa “luce che attraversa le foglie”. La scelta del nome è motivata dal significato intrinseco di questa parola. La fascinazione dell’artista per l’Asia, le parole e i simboli asiatici, ha notevolmente ispirato anche l’immagine della copertina del disco, rappresentata attraverso un disegno dai tratti e colori giapponesi, riportando in immagine lo stato d’animo che la cantautrice voleva raccontare: una ragazza immersa in un mondo di fiori che la circondano, che la avvolgono, a occhi chiusi. Malakiia spiega questa scelta: “Ad occhi chiusi perché di solito quando canto, lo faccio ad occhi chiusi. Così vedo quel mondo, quel mondo di cui parlo in Libera semplicemente con la musica”. La copertina è stata realizzata dall’illustratrice Carmen Ianiro.

C’è un momento specifico che ricordi come l’inizio della tua carriera musicale?

Un ricordo specifico, probabilmente quando ho provato il primo talent, ero talmente tanto emozionata che non mi usciva la voce… la musica mi ha aiutato tanto ad aprirmi, è stata una delle cose che mi ha reso la persona che sono diventata oggi.

Da dove trai principalmente ispirazione per le tue canzoni?

Di solito mi ispiro un po’ alle mie emozioni, un po’ al mio stato d’animo, il mio umore. A volte ho il “lampo di genio” mi viene in mente una melodia e dove subito correre a casa a scriverla e iniziare a creare un brano nuovo! Poi mi lascio un po’ ispirare dal mood. Devo dire che scrivere il testo di una canzone per me è l’aspetto più difficile, cercare le parole migliori dentro di te e creare un’opera d’arte.

Quali artisti o generi musicali ti hanno influenzato maggiormente?

Direi Amy Winehouse, Erykah Badu, Tash Sultana, Etta James.

Come valuti la tua evoluzione artistica nel corso degli anni?

La mia evoluzione è cresciuta molto nel corso degli anni. Sono partita che cantavo soltanto, poi dopo grazie alla mia curiosità e voglia di crescere ho imparato a suonare la chitarra, la tromba, produrre musica e auto produrre i miei pezzi, oggi invece sono insieme a una band, diciamo che i miei progetti si stanno allargando.

Qual è la tua canzone preferita da eseguire dal vivo e perché?

La mia canzone preferita, direi una delle mie che è “vita Bohémien”, mi fa sentire davvero bene, mi da la carica giusta per affrontare un concerto, e mi fa sentire a mio agio.

Da dove è nata l’idea per il tuo nuovo album “Komorebi”?

“Komorebi” è stato un album davvero forte per me, dove ho messo tanto. In realtà l’idea all’inizio non era di creare un EP, ma è stata un’idea che è nata dopo, sono partita con i primi brani diversi da poi come si è evoluto l’EP. È stato un viaggio fantastico, sono partita da avere le incertezze, storie vissute a metà, tristezza nel non raggiungere l’amore e nello stesso percorso tutto questo si trasforma, dal primo pezzo ad arrivare all’ultimo “KOMOREBI” è un EP che porta a delle consapevolezze importanti per me, ma che poi si rivela semplice musica che fa sognare. 

La scelta del titolo “Komorebi” è davvero affascinante e ricca di significato. Ci piacerebbe sapere come hai avvertito che questa parola giapponese, con il suo significato intrinseco di “luce che attraversa le foglie”, fosse la rappresentazione perfetta per il tuo disco d’esordio. C’è stato un momento specifico o un’ispirazione particolare che ha guidato questa scelta?

Sì appunto a fine dell’album, questa parola mi ha letteralmente affascinato. Quando ho trovato questo significato ho pensato che fosse veramente perfetta per quello che era il futuro titolo dell’EP. Rappresenta una rinascita, un qualcosa che si illumina, che finalmente si può percepire la sua bellezza e unicità, ed era proprio quello che volevo. Trovare un titolo così, ma anche essere consapevoli di quello che si è diventati grazie a questo percorso che stato KOMOREBI.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro in termini di carriera musicale?

Mi piacerebbe salire su palchi più grandi, dove poter portare la mia musica, ovviamente sto già pensando al prossimo lavoro quindi il mio motto è che chi si ferma è perduto, intanto sono già sotto i prossimi lavori!

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