Silicon Valley: l’Italia c’è

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MILANO – Le grandi aziende italiane stanno sempre più consolidando la propria  presenza nello scacchiere internazionale dell’innovazione puntando a nuovi modelli e a nuove forme di open innovation direttamente in Silicon Valley. Ne è una prova l’ultimo Scaleup Summit organizzato da Mind the Bridge e tenutosi questa settimana a San Francisco: tra le decine di realtà internazionali intervenute, ben 9 sono le aziende italiane che nella Bay Area hanno iniziato, stanno iniziando o inizieranno ad avere una innovation unit sempre più strutturata grazie alla collaborazione con Mind the Bridge.

“La pandemia da Covid-19 ha modificato molto le modalità di lavoro della Silicon Valley ma non ha attenuato il suo ruolo di epicentro mondiale dell’innovazione, con oltre 9000 scaleup, (l’Unione Europea non raggiunge quel numero). Non a caso oltre trecento delle principali aziende internazionali sono presenti nella Bay Area con un proprio innovation outpost dedicato per poter avere accesso diretto all’innovazione che lì viene continuamente prodotta” – ha commentato Alberto Onetti, Chairman di Mind the Bridge “La notizia è che l’Italia si è attivata. Nel 2019 in occasione della visita del Presidente Mattarella in Silicon Valley avevamo segnalato la sostanziale assenza del comparto industriale italiano. Tre anni dopo lo scenario è totalmente diverso: le nove aziende che questa settimana sono con noi a San Francisco sono un chiaro segnale di un’inversione di tendenza”. 

La prima a sbarcare è stata Enel, presente in Silicon Valley dal 2017 con il suo Innovation Hub. Enel mette regolarmente a terra decine di progetti pilota (POC) ogni anno con l’obiettivo di innovare prodotti e processi. Prossimo passo: farli scalare sempre di più e più rapidamente, così come sottolineato da Angelo Rigillo, CEO Enel Innovation Hubs:“implementare le soluzioni su vasta scala per massimizzare la creazione di valore: è fondamentale che tutta l’azienda lavori per questo obiettivo, impegnandosi nella semplificazione dei processi e nell’interazione con realtà agili e con caratteristiche molto differenti rispetto a fornitori/partner di grandi dimensioni”. 

In Silicon Valley troviamo anche Eni, che ha avviato una Open Innovation Outpost a fine 2021 con l’intento di scoprire trend emergenti che potrebbero avere un impatto significativo sul settore energetico a supporto dei propri obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050 e che era presente al Summit anche con il proprio CVC (Eni Next), la scuola di impresa Joule e il nuovo veicolo di Venture Building (Eniverse). “La Silicon Valley è un ecosistema straordinario in cui Eni trova terreno fertile per confrontarsi su nuove idee, ricercare soluzioni innovative, anticipare trend tecnologici ed incontrare potenziali partner industriali”, ha aggiunto Giacomo Silvestri, Executive Chairman Eniverse Ventures ed Eni Head of Innovation Ecosystems.

Un’opportunità colta anche da Terna che, attraverso il suo Executive Vice President of Innovation and Market Solutions, Massimiliano Garri, sostiene che “Uno dei motivi per cui siamo qui è rendere chiaro il valore che la Silicon Valley può dare all’Italia in termini di innovazione e digitalizzazione, settori in cui Terna investe circa 1,2 miliardi di euro nell’arco del suo piano industriale. Con la presenza qui dei referenti delle aree di business, è possibile toccare con mano le soluzioni tecnologiche, parlare con le persone che le hanno create, promuovere davvero il proprio concetto personale di innovazione, le necessità, le idee e cercare di realizzarle insieme”.

Anche ACEA da aprile 2022 ha deciso di avere una presenza diretta nell’epicentro globale dell’innovazione, finalizzata a stimolare lo sforzo innovativo, intercettare le tecnologie emergenti e supportare le attività di scouting di startup negli Stati Uniti e nella Silicon Valley, “un posto con un’energia creativa impensabile che nasce dalla collaborazione tra startup e aziende. Crediamo che possano ​​aiutarci a sviluppare soluzioni per migliorare il nostro business in ottica sempre più green e sostenibile”, come ha commentato Silvia Celani, Head of Innovation.

Da settembre ha aperto la propria Innovation Antenna all’interno del Mind the Bridge Innovation Center anche Italgas, come parte del programma “Ideas 4 Italgas” lanciato nel 2020. Durante un Bootcamp dedicato, ospitato all’interno del Summit, l’azienda ha potuto incontrare e valutare a fondo una selezione di startup ai fini dell’implementazione dei piani di digitalizzazione, dell’efficienza operativa e degli obiettivi di sostenibilità dell’azienda. “La Silicon Valley è un passaggio fondamentale che tutte le aziende italiane, grandi e piccole, dovrebbero fare. Qui abbiamo incontrato diverse realtà estremamente interessanti: con alcune svilupperemo sperimentazioni e attività nuove. Pensiamo e agiamo in grande. Le opportunità ci sono e siamo qui per coglierle”, ha segnalato Leonardo Ambrosi, Innovation and Digital Transformation Director di Italgas.  

 

Anche Iveco e FPT Industrial in Silicon Valley cercano con il supporto di Mind the Bridge nuove idee e ispirazione in un periodo in cui “il nostro mercato sta affrontando un cambio totale di paradigma, dalla guida autonoma dell’elettrificazione. Cerchiamo quindi nuovi partner e nuove collaborazioni”, ha commentato Daniele Pozzo, Head of Product Portfolio & Marketing di FPT presente al Summit insieme ad Iveco. “Nella nostra industry i tempi di sviluppo non sono veloci, si cambia in anni. Significa fare ancora più attenzione a come si fanno certe scelte di transizione energetica. La Silicon Valley può aiutare moltissimo in questo processo”.

 

Anche il comparto delle medie imprese si sta affacciando alla Silicon Valley. Pelliconi, a marzo scorso, tenendo fede alla missione di accogliere sempre le sfide che si presentano nei mercati internazionali, ha inaugurato la propria Innovation Antenna all’Innovation Center di Mind the Bridge per accelerare il tasso di innovazione sia di prodotto che di processo. “L’innovazione deve oggi coniugarsi con la sostenibilità. E la Silicon Valley offre tantissimi spunti interessanti” ha aggiunto Matteo Mingardi, Head of Innovation di Pelliconi.Non importa se un’azienda è grande o piccola, ciò che conta è che la sua visione sia chiara. È importante che si trovi nei posti giusti, quelli densi di opportunità. Ecco perché essere in Silicon Valley è quasi una logica conseguenza per chi vuole fare dell’innovazione un asset importante traghettando l’azienda verso le strategie del futuro”.

 

Presente anche LU-VE Group, fra i leader mondiali nel mondo della refrigerazione commerciale e industriale.“Il nostro obiettivo è fare un primo passo per avviare un processo che confidiamo nei prossimi anni ci porterà ad avere un’antenna qui in Silicon Valley. In questa settimana abbiamo visto startup interessanti in ambito IoT, soprattutto per il monitoring degli impianti e la manutenzione predittiva dei prodotti”, ha ricordato Giovanni Mariani.

 

A oggi sono circa 330 – tra le Fortune 500 e Forbes 2000 – le grandi aziende internazionali che hanno deciso di avere in Silicon Valley una presenza stabile di innovazione, per un totale di 405 outpost attivi e una forza lavoro totale di circa 40-50.000 professionisti*.

 

“La dimensione aziendale non può essere un alibi per non innovare. La notizia è che anche aziende di media dimensione possono beneficiare del potenziale della Silicon Valley come la collaborazione con aziende come Pelliconi e LU-VE stanno dimostrando. – ha concluso Alberto Onetti – L’esposizione alla Silicon Valley è utile non solo in termini di innovazioni tecnologiche ma anche e soprattutto per intercettare nuove strategie di business e comprendere in anticipo come si muove il mercato.”

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